Questo spettacolo pone la sua attenzione sul Popolo Ebraico. Ancora una volta il nostro interesse non è tanto o solo verso quel popolo e le sue manifestazioni culturali/musicali, ma verso la sua storia e la sua complessa identità. Ecco il perché del titolo: non la musica israelita, intesa come fenomeno di “conservazione”, ma la musica del popolo frammentato, in viaggio, disperso nel mondo, costretto a confrontarsi e scontrarsi con la diversità. Un difficile equilibrio tra identità e differenza, tra conservazione e trasformazione. Il risultato? Una sorprendente unità nella diversità.